Il Feedback è uno strumento molto importante all’interno dei contesti professionali in quanto determina la tipologia di relazioni tra colleghi e colleghe e tra dirigenti e subordinati.
In azienda, il feedback non è da intendersi come una semplice risposta a una richiesta o azione, bensì riveste delle sfumature psicologiche più profonde che possono incidere su più livelli delle dinamiche organizzative.
In azienda, il feedback non è da intendersi come una semplice risposta a una richiesta o azione, bensì riveste delle sfumature psicologiche più profonde che possono incidere su più livelli delle dinamiche organizzative.
Come possiamo classificarlo e comprenderlo? Prima di tutto mettiamo in evidenza che tipologie di relazioni si possono generare a lavoro, poi in base ad esse definiamo le funzioni del feedback.
Scambiarsi opinioni e punti di vista non solo determina una comunicazione efficace, ma aiuta anche a creare le basi per un buon clima organizzativo!
- APERTA (#comunicazioneefficace): la maggior parte delle comunicazioni che avviene tra le persone, dove abbiamo un messaggio chiaro e comprensibile che viene veicolato con altrettanta efficacia tra le due parti coinvolte;
- INVOLONTARIA (#dispersione): quando si innescano processi di comunicazione involontari e di cui non si è del tutto consapevoli, un esempio potrebbe essere il linguaggio del corpo che solitamente fa trasparire informazioni che spesso con le parole non esprimiamo;
- CONFIDENZIALE (#sfoghi): quando riveliamo deliberatamente delle informazioni che a lavoro tendiamo a tenere riservate;
- "CONTAGIO" EMOZIONALE (#ifluenzemotive): meno comune ma non meno importante, e si manifesta nel momento in cui lo stato emotivo di una persona può influenzare quello di un’altra e di conseguenza anche l’organizzazione.
Ecco le sue funzioni in ambito lavorativo:
- Raccogliere informazioni riguardanti i nostri progressi in base ad alcune attività, compiti, o mansioni che stiamo svolgendo. Questo strumento ci permette di capire se stiamo procedendo verso la giusta direzione o se dobbiamo cambiare qualcosa nel nostro operato;
- Senza di esso ci chiederemo costantemente cosa pensano i nostri colleghi e i nostri superiori, se abbiamo fatto la cosa giusta o se poteva essere svolta in modo diverso;
- Bisogna utilizzare il feedback non solo per le attività visibili ma anche e soprattutto per quelle inconsce, magari ci sono atteggiamenti “non detti”, parole o modi di fare che non sono funzionali per le relazioni lavorative e dunque va fatto sapere;
- Nei processi di feedback, occorre -talvolta- anche lasciar correre le regole culturali organizzative (ruoli, gerarchie, norme) ed entrare in relazione diretta con le persone per trasmettere i resoconti di cui necessitano;
- Infine, serve come monito per ridimensionare l’organizzazione e la propria cultura qualora le dinamiche lavorative non siano del tutto affini alla mission.
Scambiarsi opinioni e punti di vista non solo determina una comunicazione efficace, ma aiuta anche a creare le basi per un buon clima organizzativo!